der 190. Sitzung vom 2. April 1998

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1 der 190. Sitzung vom 2. April 1998 della seduta n. 190 del 2 aprile 1998

2 SÜDTIROLER LANDTAG CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO SITZUNG 190. SEDUTA INHALTSVERZEICHNIS INDICE Landesgesetzentwurf Nr. 131/97: Wohnbauför-derungsgesetz. (Fortsetzung)... 4 Disegno di legge provinciale n. 131/97: Ordinamento dell Edilizia Abitativa Agevolata. (continuazione)... 4

3 - 3 - Nr PRESIDENZA DEL PRESIDENTE: VORSITZ DES PRÄSIDENTEN: Dott. UMBERTO MONTEFIORI ORE UHR (Appello nominale - Namensaufruf) PRESIDENTE: La seduta è aperta. Prego dare lettura del processo verbale dell'ultima seduta. ATZ (Sekretär - SVP): (Verliest das Sitzungsprotokoll - legge il processo verbale) PRESIDENTE: Ci sono osservazioni al verbale? Nessuna. Il verbale è approvato. Comunicazioni della Presidenza: Folgende Anfragen wurden eingebracht: Sono state presentate le seguenti interrogazioni: N. 7989/98 (Bolzonello) betreffend die dem Land vermieteten Räumlichkeiten im Gebäude in der Romstraße 100 in Bozen - riguardante i locali siti nell edificio al civico n. 100 di via Roma a Bolzano in locazione alla Provincia di Bolzano; N. 7990/98 (Holzmann) betreffend die an der Grenze zwischen Italien und Österreich anläßlich des Inkrafttretens des Schengener Abkommens veranstaltete Feier - riguardante la festa organizzata al confine tra I- talia ed Austria, per celebrare l entrata in vigore degli accordi di Schengen; N. 7991/98 (Minniti) betreffend die Stelle des Primars in der Neurochirurgie des Bozner Krankenhauses - riguardante il primariato del reparto di neurochirurgia dell Ospedale di Bolzano; N. 7992/98 (Klotz) betreffend den Grundbesitz der Landesregierung, welcher widerrechtlich besetzt und genützt wird (Schrebergärten usw.) - riguardante quei terreni di proprietà della Giunta provinciale che sono occupati ed usati abusivamente (orti familiari ecc.). Von Landesrat Hosp beantwortete Anfragen: Interrogazioni con risposta scritta da parte dell'assessore Hosp: N. 7794/98 (Minniti) betreffend die Bereitstellun-gen für Schulen mit deutscher und ladinischer Unterrichtssprache für die interne Ver-waltung, Lehrausflüge, Bibliotheken, Berrufsertüchtigung usw. - riguardante gli importi da destinare alle scuole di lingua tedesca e ladina per l amministrazione interna, l organizzazione di gite di istruzione, biblioteche, addestramento professionale ecc.; N. 7879/98 (Bolzonello) betreffend die Verteilung der vom italienischen Heer herausge-gebenen Agenda dello Studente in den deutschsprachigen Schulen in Südtirol - riguardante la diffusione nelle

4 - 4 - scuole italiane di lingua tedesca dell Alto Adige dell Agenda dello Studente predisposta dall Esercito Italiano. Von Landesrat Kofler beantwortete Anfragen: Interrogazioni con risposta scritta da parte dell'assessore Kofler: N. 7857/98 (Willeit) betreffend die Erdbewe-gungsarbeiten entlang der Staatsstraße von Waidbruck nach St. Ulrich - riguardante i lavori di movimento terra lungo la SS tra Ponte Gardena e Ortisei. Von Landesrat Saurer beantwortete Anfragen: Interrogazioni con risposta scritta da parte dell'assessore Saurer: N. 7767/98 (Holzmann) betreffend den von der Sanitätseinheit West ausgeschriebenen Wettbewerb für Verwaltungsgehilfen - riguardan-te il concorso per coadiutore amministrativo bandito dall USL Ovest. Folgende Beschlußanträge wurden eingebracht: Sono state presentate le seguenti mozioni: N. 388/98 (Kury, Zendron) betreffend die Erstellung eines differen-zierten ökologischen Pflegekonzepts für allfällige Eingriffe in den Gehölzbestand der Etschufer - riguardante la predisposizione di un piano di cura differenziato ed ecologico per eventuali interventi sulla vegetazione arborea lungo le rive dell Adige; N. 389/98 (Kury, Zendron) betreffend die Landschaftspflegeprämien, die von der EU und der Landesverwaltung für die extensive naturnahe Bewirtschaftung von Wiesen gewährt werden - riguardante i premi per il restauro ambientale concessi dall UE e dall ammini-strazione provinciale per la coltivazione naturale e estensiva di prati. VORSITZ DER VIZEPRÄSIDENTIN: PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE: Dr. SABINA KASSLATTER-MUR PRÄSIDENTIN: Für die heutige Sitzung haben sich die Abgeordneten Ianieri und Pahl (nachm.) entschuldigt. Punkt 58 der Tagesordnung: Landesgesetzentwurf Nr. 131/97: Wohnbauförderungsgesetz. (Fortsetzung) Punto 58) dell ordine del giorno: Disegno di legge provinciale n. 131/97: Ordinamento dell Edilizia Abitativa Agevolata. (continuazione) lesen. Ich ersuche den Abgeordneten Minniti seinen Minderheitenbericht zu MINNITI (AN): La casa rappresenta per le famiglie appartenenti a qualsiasi gruppo linguistico dell Alto Adige un bene vitale per poter esprimere la propria socialità e per poter esercitare i diritti fondamentali riconosciuti sia dalla Costituzione Italiana che dalla Carta dei diritti civili, diritti i quali non possono essere disconosciuti da un gruppo etnico a livello locale.

5 - 5 - Il Disegno di Legge 131/97 che viene posto all attenzione di questa Aula per la sua approvazione ha nelle intenzioni il raggiungimento di questi scopi. Certo, esso non risolve tutti i problemi (taluni di integrazione sociale, appunto), attualmente esistenti ed anche per questo il nostro Gruppo consiliare in sede di votazione in Commissione si è astenuto sul complesso legislativo; infatti per quanto alcuni importanti emendamenti presentati da Alleanza Nazionale siano stati approvati e ci si augura che in Aula non vengano rimessi in discussione ve ne sono altri che riteniamo debbano essere sottoposti a questo consesso; solo successivamente a tale passaggio potremo valutare l atteggiamento da assumere nei confronti del contesto generale della legge 131/97. Possiamo sicuramente fin d ora affermare, comunque, che se da una parte alcuni paletti ulteriori riteniamo debbano essere fissati a salvaguardia di quei gruppi linguistici e di particolari categorie sociali esistenti in provincia attualmente svantaggiati nel settore dell edilizia pubblica paletti che riteniamo condizione sine qua non per approvare il disposto legislativo che ci viene sottoposto il testo uscito dalla Commissione in ogni caso presenta anche alcuni risvolti positivi. Si allude, per esempio, all ancoraggio previsto e riguardante gli alloggi convenzionati che per un periodo pari ad 8 anni dovranno essere gestiti dal Comune o dall IPES sottraendoli di fatto a manovre speculative e soprattutto a quel flagello che colpisce molte famiglie individuabile nella prassi dell affitto in nero ; ma si allude, pure, alla riconosciuta possibilità di acquistare un alloggio IPES anche da parte di quei conduttori che figurano sì essere proprietari di altri alloggi fuori provincia, ma di alloggi che presentano particolari caratteristiche e posti a determinate distanze da quello che si intenderebbe acquistare. Altri sarebbero gli aspetti positivi che parrebbe giusto indicare come i provvedimenti per le famiglie separate sui quali però si ritiene opportuno sorvolare non essendo questo l intendimento della presente Relazione di minoranza. Permane tuttavia una serie di risvolti negativi (e comunque che riteniamo non funzionali), che abbiamo il dovere di sottolineare e segnalare in questo documento teso ad accompagnare la legge presso gli organi nazionali, anche in relazione ad una prassi purtroppo consolidata che pone il gruppo italiano come soggetto passivo confronto all Autonomia altoatesina, della quale subisce spesso la unidirezionalità della sua gestione; anche nel settore edilizio. Per meglio comprendere questa affermazione, è bene riconoscere che in Alto Adige ripetutamente succede si mantenga in piedi da 25 anni una discutibile tradizione: quando a soffrire l Autonomia è il gruppo italiano, forti sono i richiami di taluni ad evitare polemiche etniche o nazionalismi ; si chiede, insomma, al gruppo italiano di fare un passo indietro e di non denunciare quel disagio di cui vive, anche, appunto, nel settore edilizio; ma l accertato e riconosciuto credito di 107 miliardi che il gruppo italiano vanta nell edilizia agevolata (ossia che tale somma ad esso spettante non è mai stata spesa) la dice lunga proprio della direzione programmatica in fatto

6 - 6 - fatto di edilizia popolare in Alto Adige da parte dell apposito Istituto come della Provincia che ne dispone le operazioni; in questo contesto il gruppo italiano ha visto assegnarsi in questi anni meno quote alloggi non solo spettanti sulla base della rappresentanza etnica ma anche e soprattutto in relazione al bisogno. Per contro il gruppo tedesco ha avuto più di quanto previsto. Sono dati di fatto supportati da documentazioni e non polemiche più o meno sterili. Se si pensa, inoltre, che fra le graduatorie del gruppo linguistico italiano per le assegnazioni degli alloggi IPES vengono inseriti d ufficio tutti coloro che non sono appartenenti a Paese dell area tedesca e quindi non solo quegli europei latini ma anche gli extracomunitari (che non figurano nelle graduatorie del gruppo tedesco) appare evidente come proprio il gruppo italiano sia ancor più penalizzato nel settore dell edilizia agevolata. Gli extracomunitari, più degli altri, rappresentano una realtà con particolari condizioni sociali (di povertà, di famiglia ed altro) che assicurano l ottenimento di punteggi elevati in grado di garantire l assegnazione dell alloggio dell edilizia agevolata. La solidarietà tanto sbandierata significa, però, compartecipazione di tutti i gruppi agli oneri imposti dalla società: opportuno, quindi, nel solidarismo gridato di questi tempi, che si proceda anche verso una ripartizione proporzionale delle domande provenienti dagli extracomunitari nelle tre graduatorie linguistiche, affinché anche il gruppo tedesco sia responsabil-mente chiamato a fare la sua parte e abbandoni, nello specifico, una posizione pilatescamente di comodo. Tale circostanza aggrava quindi la carenza di alloggi soprattutto per le famiglie di lingua italiana richiedenti un alloggio, molte delle quali - se si eccettua Bolzano - non vedrebbero alcuna assegnazione possibile nei prossimi tre anni; realtà che provocherà ulteriori disagi alle famiglie interessate. A tale situazione è certo che l IPES e la Provincia devono dare delle risposte concrete ed appare quindi inaccettabile che in molti cantieri IPES nei quali si realizzano o si ristrutturano alloggi, alcune ditte non riuscendo a realizzare l'opera appaltata nei costi previsti, devono interrompere i lavori ed abbandonare il cantiere, causando un ritardo nella conclusione delle opere, ritardo che è causa di disillusioni e problemi a quelle famiglie che attendono un alloggio per far fronte alle proprie esigenze. A Merano, per esempio, questa situazione (come, in parte, anche l assenza del Piano urbanistico comunale) ha bloccato da alcuni anni l assegnazione di case dell edilizia agevolata. Da parte della Provincia, appare pure opportuno che ci si attivi ulteriormente per facilitare l acquisto della prima casa, quale bene inalienabile ed occasione per garantire lo stanziamento delle tre Comunità in Alto Adige, da parte delle famiglie con redditi medio-bassi ed in particolar modo delle giovani coppie o di singoli. E certo che il bisogno di alloggi non si risolve con la sola edilizia pubblica, e che quindi anche il settore privato deve fare la sua parte per esempio reimmettendo sul mercato o riconsegnando alla pubblica utilità gli alloggi attualmente sfitti (oltre solo a Merano, secondo un indagine della Regione Trentino-Alto Adige). De-

7 - 7 - vono comunque essere ipotizzate dall Ente pubblico anche soluzioni per certi versi drastiche da adottare in casi di particolare emergenza abitativa, come la requisizione coatta di quegli alloggi che risultano inutilizzati per tre mesi consecutivamente (art. 74). In questa maniera, peraltro, si raggiungerebbero due scopi essenziali: la disponibilità di case e la calmierazione dei prezzi. Non può passare inosservato, infatti, anche che l IPES attualmente non può acquistare appartamenti per la differenza fra quello che può spendere e quello che dovrebbe spendere; in quest ottica la richiesta di aumentare le possibilità di spesa IPES - portandola dagli attuali oltre 2 milioni ai 4 milioni di lire - rischia solo di favorire operazioni speculative a danno esclusivo degli inquilini, ai quali l IPES dovrà chiedere un adeguato canone d affitto per rientrare nelle spese non essendo esso un Istituto benefico. Esiste quindi un forte squilibrio fra la domanda di alloggi IPEAA e l offerta dell Istituto; è uno squilibrio che nemmeno il programma edilizio approvato a suo tempo dalla Giunta provinciale è stato in grado di appianare. Il blocco delle vendite ha aggravato tale situazione. Una questione di cui riteniamo la Legge 131/97 non può non tenere conto è proprio la vendita di parte del patrimonio edilizio dell IPES almeno a quelle famiglie che avevano avuto l assicurazione di poter acquistare l alloggio da loro occupato precedentemente al blocco delle vendite stesse; un'operazione alla quale a Merano, per esempio, si era detto disponibile quasi il 40% degli occupanti a fronte di un solo 13%, che però, ha potuto stipulare il relativo contratto. Per molti locatari e concessionari dell alloggio la speranza di poter acquistare l appartamento occupato significa il coronamento di un sogno alla base del quale ci sono gli sforzi di una vita e che, proprio prima del blocco delle vendite, era stato causa nei possibili acquirenti oltre a comprensibili speranze ed illusioni anche di impegni con istituti di credito. Risulta che attualmente ci siano ancora famiglie che, contattate nel 1994 per realizzare tale operazione, permangono in attesa di ulteriori sviluppi. Le indecisioni, i ritardi, i rinvii ed i silenzi non possono rappresentare le risposte ottimali verso i propri affittuari da parte dell istituto pubblico. Ma ancora: facendo cenno, poc anzi, a locatari e concessionari degli alloggi IPES si è sorvolato su un aspetto che è bene chiarire; fra le due figure, infatti, esiste giuridicamente una sottile differenza che però non può significare, nel caso in questione, una disparità di trattamento come di fatto c è il rischio avvenga. In linea di massima fra i concessionari si intendono quelle famiglie e soggetti che non hanno assegnati in affitto il locale ma al quale è stato concesso in affitto l appartamento in virtù di quelle prerogative che riguardano non solo ed unicamente le forze di polizia previsto fino ad oggi, ma tutte le forze dell ordine generalmente intese da un concetto ampliato e chiarito durante i lavori della IV Commissione Legislativa. La questione non è di poco conto: in questi mesi infatti, molto si è discusso sul problema inerente gli alloggi IPES assegnati agli a- genti di polizia in servizio, molti dei quali usufruendo dell alloggio

8 - 8 - dell Istituto considerato alloggio di servizio e per il quale versano un affitto tutt altro che agevolato con il raggiungimento della pensione hanno rischiato di doverlo restituire all Istituto. Ciò avrebbe comportato notevoli disagi per le famiglie ingenerando la sensazione che l agente di polizia o comunque delle forze dell ordine non riceva dall IPES lo stesso rispetto e dignità riservati ad un cittadino qualsiasi, come se il fatto di svolgere una professione che richiede una divisa servisse o bastasse a discriminarlo. La parificazione del trattamento dell agente delle forze dell ordine con tutti gli altri cittadini che godono di un alloggio IPEAA deve essere inteso come impegno preciso sia della Provincia come dell istituto per l Edilizia Sociale. Anche gli articoli 45 e 109 meritano l apertura di una particolare finestra, in questa relazione soprattutto a riguardo della valutazione della reale ricchezza del richiedente. Infatti riteniamo discutibile che da un lato si voglia accertare una ricchezza allargata e magari non goduta per l assegnazione di un alloggio e dall altro non si consideri la situazione in cui vivono molti privati (anche fra coloro che gestiscono una impresa a conduzione familiare) circa l accensione dovuta di mutui e prestiti presso banche o altri istituti, accensione che di fatto limita proprio la ricchezza reale. Entrambi gli aspetti inibiscono le opportunità del richiedente: nel primo caso perché, appunto, la ricchezza dei parenti diretti non sempre è goduta dal richiedente (ed allora opportuno sarebbe considerare solo i beni di proprietà di quest ultimo) mentre nel secondo caso il reddito e la capacità economica del nucleo familiare se da un lato non possono non tenere conto degli utili, dall altro devono anche considerare le eventuali perdite di esercizio delle attività produttive. Di conseguenza i mutui e/o i prestiti accesi con Istituti bancari o altri Enti quindi, per l acquisto di beni di prima necessità devono essere sottratti al calcolo circa la capacità economica proprio del nucleo familiare. Appare inoltre ed infine inaccettabile che per l ammissione alle agevolazioni edilizie provinciali per la costruzione, l acquisto ed il recupero delle abitazioni, gli italiani che emigrano dall Alto Adige per lavorare in altra provincia italiana e successivamente intendono rientrare, siano discriminati confronto a coloro che emigrano all estero; questi ultimi, infatti, possono contare su quei benefici che sono di fatto negati ai primi, di fatto negando, paradossalmente, l equiparazione dei diritti del cittadino di lingua italiana a quelli di cui attualmente beneficia il gruppo linguistico tedesco. Purtroppo il gruppo linguistico italiano in provincia di Bolzano soffre particolarmente di questa disparità di trattamento dovuta, appunto, ad un uso a senso unico di talune normative. Esistono poi altri provvedimenti insiti in questo disegno di legge che ci rendono perplessi e dei quali non abbiamo fatto cenno: la non prevista necessità, per esempio, di non disintegrare da un ambiente nel quale è vissuto l anziano costretto a lasciare libero l appartamento agevolato di cui beneficia. Opportuno, a questo riguardo, sarebbe costruire mini alloggi ai piani bassi delle abitazioni da assegnare a tale categoria nei casi di cui sopra.

9 - 9 - Rende, inoltre, perplessa anche la mancanza di trasparenza sulle procedure future che verranno adottate dalla Giunta provinciale e dall IPES; qualora l attuale Comitato per l Edilizia Residenziale (CER) venisse abrogato e poiché al Consiglio provinciale non si intendono assegnare funzioni di controllo o la richiesta di pareri consultivi o vincolanti su programmi di costruzione o quant altro come nemmeno risulta essere previsto alcun coinvolgimento dello stesso nella gestione del settore abitativo, di fatto si sottrae quella garanzia di accertamento ed appunto di controllo di cui le minoranze politiche dovrebbero altresì beneficiare. In conclusione: per tutto quanto espresso in questa Relazione di Minoranza ma anche per ciò cui non è stato possibile fare riferimento in questo documento, prima di dichiarare il nostro giudizio definitivo sul provvedimento legislativo in questione, Alleanza Nazionale intende rimandare al dibattito in Aula ogni ulteriore opportunità di miglioramento del disegno di Legge 131/97, esprimendosi - senza alcun pregiudizio, quindi - solo successivamente ad esso sui contenuti di una normativa attesa per anni dalle Comunità altoatesine Unabhängig von der Sprachgruppe stellt für die Südtiroler Familien die Wohnung ein lebensnotwendiges Gut dar: zum einen, um sich in das soziale Netz integrieren zu können, zum anderen, um die sowohl von der italienischen Verfassung als auch von der Charta der Menschenrechte anerkannten Grundrechte in Anspruch nehmen zu können; es ist nicht zulässig, daß diese Rechte von einer Volksgruppe auf lokaler Ebene ignoriert werden. Der Landesgesetzentwurf Nr. 131/97, dessen Behandlung und Genehmigung nun in diesem Hohen Hause ansteht, setzt sich die Verwirklichung dieser Prinzipien zum Ziel. Sicherlich werden nicht alle derzeit bestehenden Probleme gelöst (einige betreffen ja gerade die soziale Integration) und auch deshalb hat sich unsere Fraktion in der Gesetzgebungskommission bei der Schlußabstimmung über den Entwurf der Stimme enthalten; obwohl einige wichtige, von Alleanza Nazionale eingebrachte Änderungsanträge von der Kommission genehmigt wurden - und wir hoffen, daß sie hier im Plenum nicht wieder rückgängig gemacht werden -, erachten wir es für notwendig, dem Landtag weitere Anträge zu unterbreiten. Erst nachher werden wir in der Lage sein zu entscheiden, wie wir uns bei der Schlußabstimmung über den Gesetzentwurf Nr. 131/97 verhalten werden. Sicher ist jedenfalls, daß zwar einerseits einige weitere Fixpunkte zum Schutz jener Sprachgruppen und besonderen sozialen Schichten gesetzt werden müssen, die derzeit in Südtirol im Bereich des öffentlichen Wohnungsbaus benachteiligt sind - für uns sind diese Fixpunkte unabdingbare Voraussetzung für eine allfällige Zustimmung -, daß andererseits der von der Kommission verabschiedete Text auch einige positive Aspekte enthält. So z.b. die Blockierung der konventionierten Wohnungen, die 8 Jahre lang von der Gemeinde oder vom Wohnbauinstitut verwaltet werden müssen und so de facto der Spekulation und vor allem je-

10 ner Plage entzogen werden, unter der viele Familien zu leiden haben: der Schwarzmiete; weiters beziehe ich mich auf die jetzt vorgesehene Möglichkeit, daß auch jene Mieter eine Wohnung des Instituts ablösen können, welche Eigentümer anderer Wohnungen außerhalb des Landesgebietes sind, unter der Voraussetzung, daß diese besondere Merkmale aufweisen und sich in einer festgelegten Mindestentfernung von der anzukaufenden Wohnung befinden. Es gäbe noch andere positive Aspekte, die richtigerweise angeführt werden müßten wie z.b. Maßnahmen für Getrennte; da dies jedoch nicht die Absicht vorliegenden Minderheitenberichtes ist, werde ich nicht näher darauf eingehen. Es ist nämlich unsere Pflicht, die zahlreichen negativen (oder zumindest nicht zweckdienlichen) Aspekte hervorzuheben und in diesem Bericht, der das Gesetz auf seinem Weg nach Rom begleiten wird, darauf hinzuweisen. Dadurch soll auch einer leider schon festgefahrenen Praxis entgegengewirkt werden, die die italienische Sprachgruppe in die Rolle eines passiven Subjekts der Südtiroler Autonomie gedrängt und bewirkt hat, daß diese Sprachgruppe auch im Wohnbausektor oft eine einseitige Verwaltung der Autonomie über sich hat ergehen lassen. Diese Äußerungen bedürfen einer näheren Erklärung: es steht wohl nicht zur Debatte, daß in Südtirol seit 25 Jahren eine zweifelhafte Tradition besteht, wonach jedesmal dann, wenn sich die Autonomie negativ auf die italienische Sprachgruppe auswirkt, gewisse Personen regelmäßig dringende Appelle an die Sprachgruppe richten, sie solle ethnische Polemiken oder Nationa-lismen vermeiden. Von der italienischen Sprachgruppe wird also verlangt, einem Rückschritt zuzustimmen und jenes Unbehagen unter den Tisch zu kehren, das sie eben auch hinsichtlich des Wohnungsbaus verspürt. Gerade das festgestellte und anerkannte Guthaben von 107 Milliarden der italienischen Volksgruppe im Bereich geförderter Wohnungsbau (d.h. dieser ihr zustehende und nie ausgegebene Betrag) spricht Bände für die Richtung, die das dafür zuständige Wohnbauinstitut und das Land, das dessen Tätigkeit beschließt, im Bereich sozialer Wohnungsbau in Südtirol eingeschlagen hat. Diesbezüglich wurden in all diesen Jahren der italienischen Sprachgruppe weniger Wohnungen zugewiesen als ihr nicht nur aufgrund des ethnischen Proporzes, sondern auch und vor allem aufgrund des Bedarfs zugestanden hätten. Die deutsche Sprachgruppe hingegen hat mehr erhalten als vorgesehen gewesen wäre. Dies alles kann belegt werden, weshalb man nicht von mehr oder weniger sterilen Polemiken sprechen kann. Bedenkt man zudem, daß von Amts wegen all jene in die Rangordnungen für die Zuweisungen von Wohnungen des Wohnbauinstituts an die italienische Sprachgruppe eingereiht werden, die keinem Staat des deutschen Sprachraumes angehören und folglich nicht nur die romanischen Europäer, sondern auch die Nicht-EU- Bürger (die in den Rangordnungen der deutschen Sprachgruppe nicht aufscheinen), sieht man, daß die italienische Sprachgruppe hinsichtlich des geförderten Wohnungsbaus doppelt benachteiligt wird. Mehr als alle anderen befinden sich die Nicht-EU-Bürger in

11 einer besonderen sozialen Situation (Armut, schwierige Familienverhältnisse usw.), weshalb sie hohe Punktezahlen erzielen, die ihnen die Zuweisung einer Wohnung des geförderten Wohnungsbaus bringen. Über diese Solidarität ist man stolz und zeigt sie gerne vor. Sie würde allerdings auch erfordern, daß sich alle Sprachgruppen gleichmäßig an den daraus entstehenden Lasten beteiligen: soll die Solidarität nicht nur eine Floskel bleiben, die man sich an die Fahne hängt, müssen die von den Nicht-EU-Bürgern eingereichten Gesuche auf die Rangordnungen aller drei Sprachgruppen aufgeteilt werden, damit auch die deutsche Sprachgruppe ihren Beitrag leistet anstatt sich - wie in diesem spezifischen Fall - ganz einfach aus der Sache herauszuhalten. Dieser Umstand verschärft natürlich den Wohnungsmangel vor allem in der italienischen Sprachgruppe: vielen italienischsprachigen Familien kann in den nächsten drei Jahren mit Ausnahme von Bozen keine Wohnung zugewiesen werden, was die Lage der betroffenen Familien noch weiter verschärfen wird. Sicher ist, daß das Wohnbauinstitut und das Land konkrete Schritte setzen müssen, um diesen Notstand zu beheben. Nicht hingenommen werden kann in diesem Zusammenhang die Tatsache, daß an vielen Baustellen des Wohnbauinstituts, auf denen Wohnungen gebaut oder umgebaut werden, die Firmen die Arbeit einstellen und die Baustelle verlassen müssen, da sie nicht in der Lage sind, sich an den von der Ausschreibung vorgegebenen Kostenrahmen zu halten. Dadurch wird die Fertigstellung der Arbeiten verzögert, was zur Desillusionierung der auf eine Wohnung wartenden Familien führt und ihnen zusätzliche Probleme verursacht, da sie die Wohnung ja dringend brauchen. In Meran z.b. haben diese Umstände (z.t. natürlich auch das Fehlen eines Bauleitplanes) seit einigen Jahren die Zuweisungen von Institutswohnungen blockiert. Ebenso notwendig wäre es, daß sich das Land noch mehr für die Förderung des Erwerbs der Erstwohnung seitens der Familien mit mittlerem/niederem Einkommen und vor allem seitens junger Paare oder Einzelpersonen einsetzt: dabei handelt es sich um ein unverzichtbares Gut und um eine Möglichkeit, die stabile Präsenz der drei Sprachgruppen in Südtirol zu gewährleisten. Klarerweise kann der Wohnungsbedarf nicht einzig und allein durch den öffentlichen Wohnungsbau gedeckt werden. Auch der Privatsektor muß seinen Beitrag leisten, z.b. dadurch, daß die derzeit leerstehenden Wohnungen (laut einer von der Region Trentino-Südtirol durchgeführten Untersuchung über allein in Meran) wieder auf den Wohnungsmarkt gebracht oder der Gemeinschaft zur Verfügung gestellt werden. In Fällen von besonderer Wohnungsnot muß die öffentliche Hand auch drastische Lösungen in Erwägung ziehen wie z.b. die Requirierung jener Wohnungen, die ohne Unterbrechung mehr als drei Monate nicht benutzt werden (Art. 74). Dadurch könnten zwei wesentliche Ziele umgesetzt werden: es wären Wohnungen verfügbar und die Preisentwicklung würde sich beruhigen. Man darf ja nicht vergessen, daß das Wohnbauinstitut

12 wegen der Differenz zwischen dem Betrag, den es ausgeben könnte und jenem, den es bezahlen müßte, derzeit keine Wohnungen ankaufen kann. Angesichts dieser Situation läuft man durch die Forderung, die Ausgabengrenze des Instituts von derzeit etwas mehr als 2 Millionen Lire auf 4 Millionen Lire zu erhöhen, nur Gefahr, der Spekulation Tür und Tor zu öffnen, wobei der Mieter der einzige Leitragende wäre: da das Wohnbauinstitut kein Wohltätigkeitsverein ist, müßte es eine angemessene Miete verlangen, um die Kosten zu decken. Es besteht also ein starkes Ungleichgewicht zwischen der Nachfrage nach Institutswohnungen und dem Angebot seitens des Instituts. Diese Schere wurde nicht einmal durch das seinerzeit von der Landesregierung genehmigte Bauprogramm geschlossen. Die Entscheidung, keine Institutswohnungen mehr ins Eigentum abzutreten, hat diese Situation noch verschärft. Wir sind der Ansicht, daß der Gesetzentwurf Nr. 131/97 einen Aspekt nicht ignorieren dürfte: die Abtretung ins Eigentum von Institutswohnungen zumindest an jene Familien, denen vor dem Verkaufsstopp zugesichert worden war, daß sie die von ihnen besetzte Wohnung kaufen können. In Meran z.b. hatten sich fast 40 % der Mieter dazu bereit erklärt, aber nur 13 % konnten dann den entsprechenden Vertrag abschließen. Für viele Mieter und Inhaber stellt die Hoffnung, die von ihnen besetzte Wohnung käuflich erwerben zu können, die Krönung eines Traumes dar, der auf der Arbeit eines ganzen Lebens fußt. Verständlicherweise machten sich viele der potentiellen Käufer Hoffnungen, Illusionen wurden geweckt und gar einige nahmen zu diesem Zwecke noch vor dem Verkaufsstopp Kredite bei Bankinstituten auf. Uns ist bekannt, daß es immer noch Familien gibt, mit denen 1994 zwecks Abtretung Kontakt aufgenommen wurde und die weiterhin der Dinge harren. Nicht oder verspätet zu entscheiden, die Dinge hinauszuziehen und zu schweigen: das kann doch keine optimale Antwort eines öffentlichen Instituts seinen Mietern gegenüber sein. Und weiter: durch die weiter oben vorgenommene Unterscheidung zwischen Mietern und Inhabern der Wohnungen des Instituts wollte ich einen Aspekt hervorheben, den es zu klären gilt: zwischen den beiden Figuren gibt es einen subtilen juridischen Unterschied. Das darf aber nicht dazu führen, daß es in vorliegendem Fall zu einer unterschiedlichen Behandlung kommt. Diese Gefahr besteht wirklich. Unter dem Begriff Inhaber sind alle Familien und Einzelpersonen zu verstehen, denen die Räumlichkeiten nicht in Miete zugewiesen, sondern aufgrund eines Vorrechtes vorbehalten werden: nicht nur einzig und allein die Polizei, wie es bis heute der Fall war, sondern das Personal der Sicherheitskräfte im weitesten Sinn des Wortes, wobei der Begriff während der Arbeiten der IV. Gesetzgebungskommission noch ausgedehnt und spezifiziert wurde. Es geht dabei nicht etwa um Belangloses: in den letzten Monaten gab es eine breite Diskussion über die Institutswohnungen, welche Polizisten im aktiven Dienst zugewiesen wurden. Viele dieser Polizisten liefen Gefahr, bei Eintritt in den Ruhestand diese als

13 Dienstwohnung eingestufte Institutswohnung, für die sie eine alles eher als geförderte Miete bezahlen, ans Institut zurückgeben zu müssen. Dies hätte ihnen und ihren Familien erhebliche Schwierigkeiten bereitet und den Eindruck erweckt, daß das Wohnbauinstitut Polizisten oder anderen Vertretern der Sicherheitskräfte nicht dieselbe Achtung entgegenbringt und dieselbe Würde zuerkennt, wie sie jedem Bürger zustehen, als ob es genügte, einen Beruf auszuüben, der das Tragen einer Uniform erfordert, um diskriminiert zu werden. Sowohl das Land als auch das Institut für sozialen Wohnbau haben die Pflicht, das Personal der Sicherheitskräfte gleich zu behandeln wie alle anderen Bürger, denen eine Institutswohnung zugewiesen wurde. Auch Artikel 45 und Artikel 109 verdienen eine besondere Erwähnung in diesem Bericht, vor allem was die Bewertung des effektiven Vermögens des Gesuchstellers betrifft. Wir halten es nämlich für unangebracht, daß einerseits bei der Zuweisung einer Wohnung überprüft wird, ob jemand über ein gewisses - vielleicht gar nicht genutztes - Immobiliarvermögen verfügt und andererseits die Situation nicht berücksichtigt wird, in der sich viele Privatpersonen wegen der Aufnahme von Krediten und Darlehen bei Banken oder anderen Instituten befinden (auch jene, die einen Familienbetrieb führen), da ja dadurch das wirkliche Vermögen einschneidend eingeschränkt wird. Beide Aspekte schmälern die Möglichkeiten des Gesuchstellers: im ersten Fall kann der Gesuchsteller nicht immer das Vermögen der nächsten Verwandten nutzen (weshalb nur die Güter im Eigentum des Gesuchstellers bewertet werden sollten), während im zweiten Fall bei der Berechnung des Einkommens und der wirtschaftlichen Leistungsfähigkeit der Familie nicht nur die Gewinne, sondern auch allfällige Verluste aus der Tätigkeit berücksichtigt werden müßten. Folglich müssen die bei Banken oder anderen Instituten zwecks Erwerb von Gütern für den Grundbedarf aufgenommenen Kredite und/oder Darlehen von der Berechnung der wirtschaftlichen Leistungsfähig-keit der Familie ausgeklammert werden. Schließlich kann nicht akzeptiert werden, daß für die Zulassung zu den Förderungsmaßnahmen für den Bau, den Kauf und die Wiedergewinnung von Wohnungen die Italiener, die aus Südtirol auswandern, um in einer anderen italienischen Provinz zu arbeiten und die später nach Südtirol zurückkehren wollen, gegenüber ins Ausland ausgewanderten Personen benachteiligt werden; letztere können Begünstigungen in Anspruch nehmen, welche ersteren verwehrt sind, wodurch die Gleichstellung der Rechte des Bürgers italienischer Sprache mit jenen des Bürgers deutscher Sprache nicht gewährleistet wird. Leider leidet die italienische Sprachgruppe in der Provinz Bozen besonders unter dieser Ungleichbehandlung, die auf eine einseitige Anwendung gewisser Bestimmungen zurückzuführen ist. Es gibt noch andere Maßnahmen in diesem Gesetzentwurf, die uns nicht überzeugen und auf die ich bisher nicht eingegangen bin: es wurde z.b. nicht verhindert, daß betagte Menschen aus ihrem ge-

14 wohnten Umfeld gerissen werden, sobald man sie zwingt, die von ihnen besetzte geförderte Wohnung zu verlassen. Diesbezüglich wäre es angebracht, in den unteren Stockwerken Miniwohnungen zu bauen, um sie diesen Menschen in besagten Fällen zuzuweisen. Zweifelhaft erscheint uns auch die Tatsache, daß keine Klarheit über die Verfahren besteht, die künftig vom Land und vom Wohnbauinstitut angewandt werden: sollte das Wohnbaukomitee in seiner derzeitigen Form abgeschafft werden, bestünde keine Garantie mehr einer Überprüfung und Kontrolle auch seitens der politischen Minderheiten, da man überhaupt nicht beabsichtigt, dem Landtag Kontrollfunktionen zu übertragen, von ihm beratende oder bindende Gutachten über die Wohnabuprogramme zu verlangen oder ihn in die Verwaltung des Wohnbausektors miteinzubeziehen. Schlußfolgerungen: Aus den in diesem Minderheitenbericht dargelegten Gründen, aber auch aufgrund anderer Elemente, die darin nicht erörtert werden konnten, wird Alleanza Nazionale vorerst keine definitive Bewertung des Gesetzentwurfs Nr. 131/97 vornehmen und abwarten, ob er im Verlauf der Debatte im Plenum verbessert werden kann; eine Beurteilung dieser Bestimmungen, auf die die Südtiroler Bevölkerung seit Jahren wartet, werden wir erst nach der Debatte vornehmen, weshalb man uns sicherlich nicht der Voreingenommenheit bezichtigen kann. PRÄSIDENTIN: Ich eröffne die Generaldebatte und erteile dem Abgeordneten Holzmann das Wort. HOLZMANN (AN): Arriva finalmente in aula questo disegno di legge tanto atteso che riteniamo, per la portata e l ambito sul quale andrà ad incidere, possa essere considerato uno dei più importanti in questa legislatura. Tuttavia abbiamo talune perplessità che sono maturate sia nei lavori di commissione sia anche da un confronto che abbiamo avuto con esperti e tecnici del settore. Ci sono alcune valutazioni di carattere generale da fare. Innanzitutto abbiamo una situazione di partenza che offre degli spunti molto critici, in particolar modo per quanto riguarda il credito maturato dal gruppo linguistico italiano che ammonta a circa 107 miliardi e per il quale non si intravvede una soluzione rapida. E necessario quindi che gli strumenti urbanistici vengano predisposti in tempi ragionevolmente brevi. Oggi noi paghiamo lo scotto di una politica urbanistica portata avanti non dall ultima Giunta provinciale ma da quella precedente, quando ci si vantava di aver fatto diminuire di 10 mila unità la popolazione di lingua italiana, in particolare del capoluogo. A oltre 15 anni di distanza da quel tipo di politica il gruppo linguistico italiano della nostra provincia sconta ancora oggi quei ritardi voluti - ci è sembrato di capire - nella realizzazione dei programmi dell Ipeaa. A questi poi si sono aggiunti purtroppo ulteriori ritardi delle varie amministrazioni comunali, in particolare quella di Bolzano, che non è stata in grado di approvare il piano urbanistico comunale in tempi ragionevolmente brevi, e questo ovviamente ha finito per aggravare ulteriormente la situazione

15 per quanto riguarda le aree edificabili, ed in particolare le aree per l edilizia a- gevolata. Abbiamo avuto in passato una politica provinciale che mirava al contenimento dei programmi di sviluppo dell Ipeaa. Ecco perché oggi siamo estremamente preoccupati del fatto che questa delicatissima materia, che ha riflessi per migliaia di persone, possa essere regolata con dei regolamenti, anno per anno, dal Presidente della Giunta provinciale. Si sottrae al dibattito politico, alla competenza legislativa di questo Consiglio provinciale, una materia di fondamentale importanza per la nostra provincia. Mi rendo conto che colleghi di maggioranza sono meno preoccupati di me per l impostazione, tuttavia richiamo l attenzione dei colleghi di lingua italiana sul fatto che, nel momento in cui si stabiliscono determinati parametri di reddito per l accesso alle agevolazioni edilizie, con un colpo di decreto può essere modificato tutto, e ovviamente la portata di una modifica di questo genere potrebbe avere in prospettiva effetti dirompenti. Abbiamo un giudizio positivo per quanto riguarda l innalzamento dei limiti di reddito. Oggi abbiamo una serie di soggetti che non possono avvicinarsi alle agevolazioni creditizie oppure agli alloggi popolari di proprietà dell istituto perché hanno dei redditi troppo elevati, però sono redditi troppo bassi per consentire spesso non soltanto l acquisto di una casa, ma anche ragionevolmente una vita decorosa per la famiglia, costretta ad acquisire un appartamento in locazione con gli attuali prezzi di mercato che soprattutto nel capoluogo sono molto elevati. Da parte nostra un giudizio positivo su questo ampliamento delle fasce di reddito che consente di comprendere categorie che fino ad oggi erano rimaste escluse. Però abbiamo ancora un giudizio critico sull impostazione che era stata data per quanto riguarda la composizione del Comitato Edilizia Residenziale, una composizione ancora essenzialmente politica, mentre avremmo auspicato una maggiore presenza di tecnici o addirittura un esclusiva presenza di tecnici. Non occorre andare molto lontano nel tempo per poter far un altra osservazione. L attuale CER è composto da rappresentanti della maggioranza politica, della minoranza politica di lingua italiana e tedesca, però sempre la SVP ha portato nel CER le persone di lingua italiana che riteneva più opportune. Questo modo di interferire anche nelle nomine di un altro gruppo linguistico e il modo molto autoritario di impostare i rapporti non danno garanzie per quanto riguarda l attività di controllo che le minoranze dovrebbero espletare all interno di tale organo. Un altra questione aperta è quella della vendita degli alloggi. Dobbiamo chiarire se è interesse di questa Provincia creare un esercito di inquilini oppure se invece non si preferisca gradualmente creare dei piccoli proprietari. Noi siamo convinti che la proprietà edilizia lega maggiormente le persone a questa terra, consente anche dal punto di vista psicologico un rapporto diverso, consente una maggiore tranquillità, consente di poter intervenire sul proprio alloggio con quelle modifiche che si ritengono necessarie oppure soltanto utili per rendere più piacevole la propria esistenza. Certo non siamo dell idea che il

16 patrimonio edilizio pubblico debba essere svenduto. E realizzato con il concorso, lo sforzo, il sacrificio di tutti e come tale quindi deve essere salvaguardato e rispettato. Le vendite di alloggi, soprattutto quelli che richiederebbero interventi di manutenzione anche radicale dovrebbero essere incentivati. Da due anni la cessione di alloggi in proprietà è praticamente bloccata, questo perché l istituto ritiene che si debba raggiungere un certo numero di alloggi, calcolato intorno a 15 mila secondo la Presidente Franzelin, mentre attualmente il patrimonio edilizio si aggira sulle 10 mila unità, e conseguentemente sono stati bloccati tutti i programmi di cessione in proprietà. Questa non è una scelta felice, perché in questo modo l ente pubblico è costretto a costosi interventi di manutenzione mentre con la vendita potrebbe acquisire delle risorse da impiegare nella realizzazione di nuove abitazioni. Noi siamo convinti che in futuro ci sarà una minore richiesta di abitazioni sovvenzionate pubbliche, anche per una certa stabilizzazione dal punto di vista demografico, quindi questa opinione della Presidente Franzelin non viene condivisa dal nostro gruppo. La cessione in proprietà di alloggi dovrebbe riprendere, e questo consentirebbe di incamerare delle risorse da impiegare per la vendita sul nuovo. Ci sono poi tutta una serie di piccole sottocategorie che si trovano in difficoltà, perché la legge attuale ha ignorato le loro esigenze. Qualche giorno fa parlavo con il Presidente dell associazione separati e divorziati che mi ha palesato gravi difficoltà che ci sono in nuclei familiari quando i due coniugi si separano. Uno mantiene la titolarità della sua abitazione, quindi ci può vivere con i propri figli, l altro è costretto a cercare un altro alloggio con un reddito fortemente ridotto per il fatto che deve comunque provvedere al pagamento delle spese della sua famiglia originaria, quindi con una situazione spesso assai precaria. Queste categorie di persone non vengono sufficientemente considerate, quindi la risposta da parte delle strutture pubbliche, in questo caso dell Ipeaa, è praticamente inesistente. Ma ci sono stati tanti altri casi. Io ricordo di essermi occupato per molti mesi di un caso di un convivente che al decesso della sua convivente assegnataria si è visto applicare il canone più alto possibile perché per l istituto non aveva titolo per occupare l alloggio. Parzialmente questo svantaggio è stato eliminato, ma c è un periodo di convivenza che deve essere dimostrato per un certo periodo. Anche in questo campo forse, stando ben attenti a non consentire speculazioni dell ultimo momento, si potrebbe fare qualcosa di meglio. Ci sono altri aspetti che abbiamo riscontrato che ci lasciano molto perplessi. Ad esempio per quanto riguarda i punteggi che devono essere raggiunti dai richiedenti per avere diritto ad un alloggio dell Ipeaa, ci sono tutta una serie di situazioni di svantaggio. Ad esempio il reddito che può essere molto basso, oppure l alloggio sovraffollato. Però coloro che occupano degli alloggi che non sono considerati tali? Conosco un caso, del quale mi sono occupato proprio pochi giorni fa, di una persona che abita praticamente in una cantina di 9 metri quadrati, con un piccolo angolo cottura e un gabinetto, vi lascio immaginare che tipo di situazione abitativa sia questa, e per l Ipeaa non è grave la situazione.

17 Se invece abitasse in un alloggio insufficiente per metratura allora sì il punteggio gli verrebbe riconosciuto, ma siccome questo non è un alloggio per l Ipeaa, la sua situazione non viene tenuta in nessuna considerazione. E una persona che guadagna mila lire al mese, ne paga per la cantina, ha fatto la domanda all Ipeaa, ma non arriverà mai ai 25 punti, perché questa situazione di difficoltà non gli viene riconosciuta. Si tratta di paradossi. Mi auguro che questi casi non siano molti, comunque ci sono e sarebbe opportuno che la legge se ne occupasse. Ho qualche perplessità sul piano personale - non ne ho parlato con il mio gruppo - sulla questione che riguarda la vendita di alloggi di genitori ai figli. E vero forse che in alcuni casi ci possono essere state delle speculazioni e che si siano introitati dei mutui con queste finte vendite immobiliari. Non ne ho conoscenza, ma posso ammettere che possono essere avvenute, però ci sono anche dei casi dove i genitori o il genitore decide di accontentarsi di un appartamento più piccolo e di lasciare alla figlia che intende sposarsi l appartamento di famiglia. Non trovo giusto che non si garantisca a questa l accesso al credito edilizio come un altra persona. Se lo comprasse da un privato qualsiasi ci sarebbe la copertura del finanziamento pubblico, comprandolo dal proprio genitore questa copertura non c è più. Sinceramente ho qualche perplessità e vedremo in occasione della discussione articolata se ci sarà modo di chiarire questo aspetto. Un altra questione aperta riguarda quella dell articolo 4, sollevata giustamente dal collega Minniti nella sua relazione di minoranza, che riguarda la cosiddetta graduatoria speciale per coloro che sono emigrati all estero. Non vedo la ragione per la quale si crei in una nuova legge che finalmente dovrebbe regolamentare la materia un ulteriore discriminazione. Che differenza c è fra colui che dall Alto Adige si è trasferito in Austria, in Svizzera, ecc. per andare a lavorare, e colui che si è trasferito in un altra provincia italiana per le stesse ragioni, nel momento in cui rientra in provincia di Bolzano? Per quale motivo gli uni devono avere uno scivolo per poter accedere alle agevolazioni provinciali e gli altri nulla? Siccome questo fenomeno si potrebbe anche suddividere sul piano etnico, perché è più frequente che siano cittadini di lingua tedesca ad andare all estero e ritornare piuttosto che in altre province italiane e viceversa, non vorrei che l articolo così formulato fosse stato concepito ad hoc per garantire da una parte dei benefici e sfavorire dall altra. Forse sarò eccessivamente malizioso nelle mie argomentazioni, ma ho riscontrato che in molte leggi che sono state modificate guarda caso le risorse poi sono state dirottate in modo molto diverso da come le leggi prevedevano. Una legge fra tutti, la legge sul risparmio energetico. Anni fa il cittadino che cambiava le finestre della propria abitazione riceveva un contributo a fondo perduto dalla Provincia. Successivamente questa legge è stata modificata e il contributo viene concesso se si cambiano tutte le finestre dell edificio. E evidente che per chi abita in condomino accedere a questo tipo di agevolazione è estremamente più difficile rispetto a chi abita in un abitazione monofamiliare o bifamiliare, e chiaramente sappiamo tutti la differenza che questo comporta.

18 Altro problema riguarda gli extra comunitari. Non comprendiamo la ragione per la quale si continui a discriminare il gruppo linguistico italiano inserendo nelle graduatorie i cittadini extra comunitari. Giustamente, se ci sono dei cittadini extra comunitari che hanno diritto alle agevolazioni edilizie, devono essere distribuiti in proporzione fra tutti e tre gruppi linguistici e non devono gravare sulle graduatorie del gruppo linguistico italiano come avviene a tutt oggi. Si tratta di un ulteriore motivo di forte perplessità da parte nostra che noi abbiamo già provveduto a correggere con una serie di ordini del giorno che abbiamo presentato e che ci auguriamo possano trovare pieno accoglimento. Fra le categorie discriminate ci sono quelle appartenenti alle forze dell ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanzia, Esercito, per i quali esistono delle riserve di posti che però, per quanto riguarda l Ipeaa, vengono calcolati alla stregua di alloggi di servizio. Così avviene che quando una persona viene in Alto Adige per prestare il proprio servizio e viene comandato qui, si trova in difficoltà, perché con l impostazione che noi abbiamo dato, di privilegiare l anzianità di residenza, non sono nelle condizioni di poter avere un alloggio pubblico, quindi sono costrette ad andare ad attingere a questa riserva di abitazioni che però vengono considerate alloggi di servizio. Quindi alla cessazione del servizio queste persone devono abbandonare gli alloggi. Solitamente a questo punto abbandonano anche la nostra provincia. Io mi richiamo all assessore all edilizia, perché questo è un problema gravissimo. Noi dobbiamo modificare questo criterio e consentire a delle persone che hanno prestato la loro opera in Alto Adige per qualche decennio, che hanno costituito le loro famiglie, che possano rimanere qui come loro diritto, anziché assistere allo smembramento delle famiglie con i figli che ormai abitano nella nostra provincia e i genitori che sono costretti ad abbandonarla, perché sappiamo quali sono gli stipendi nel pubblico impiego. Quindi non si trovano nella condizione né di avere risorse sufficienti per acquistare un alloggio, né con le pensioni che ci sono di potersi permettere un alloggio di affitto a prezzi di mercato in una città come Bolzano. Conosco centinaia di casi di persone che si sono separate, di genitori che si sono trasferiti magari nella vicina provincia di Trento proprio per questa situazione di estrema difficoltà. Ci sono poi tutta una serie di interventi che dovrebbero essere fatti per determinate categorie. Vorremmo un maggiore sforzo per gli alloggi protetti per gli handicappati. Quindi riservarli al piano terra delle varie abitazioni in modo tale da facilitarne l acceso, da questo punto di vista forse sarebbe un po poco. Vorremmo che per gli anziani ci fosse una politica. Il nucleo familiare anziano ha necessità ed esigenze diverse da quello giovane. Innanzitutto ha necessità di abitare in una casa con ascensore, se la casa ha più di qualche piano. Se andiamo nella zona di via Milano per esempio, vi sono case ancora sprovviste di ascensore. Avrebbe opportuno pensare anche a dei programmi di intervento. Oggi ci sono delle tecnologie che consentono di realizzare questi ascensori all interno delle abitazioni, ma si dovrebbe andare incontro a queste esigenze, perché effettivamente ad una certa età cinque piani di scale, o quattro o tre possono essere molto disagevoli.

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